Hanno suonato davanti a Papa Benedetto XVI e a 400mila persone.
Si sono esibiti in Europa e in America. Sono stati in diretta sulle televisioni nazionali, con l’armonia e la concentrazione di un’orchestra professionale.
E domani accompagneranno tutti i momenti più importanti del National Day della Santa Sede in Expo.
Sono i musicisti dell’orchestra sinfonica Esagramma, un’orchestra davvero speciale. Perché alcuni di loro non riescono neppure a parlare. Molti sono giovani con sindrome autistica, ritardi cognitivi, difficoltà di comunicazione e relazione. Altri, hanno problemi di integrazione sociale e familiare. Ci sono bambini, ragazzi e adulti.
«Alcuni di loro – raccontano i terapeuti – prima di imparare a suonare nell’orchestra non reggevano nemmeno l’attenzione di tre minuti di cartoni animati».
«Due anni fa siamo stati negli Stati Uniti per un concerto e un workshop, invitati dalla Georgetown University di Washington – racconta Licia Sbattella, che è il direttore scientifico del programma. – Uno dei ragazzi, Giulio, era alla sua prima esperienza internazionale. Allora aveva dieci anni. Suona il contrabbasso e timpani.
Era molto entusiasta nonostante le sue difficoltà emotive. È arrivato perfino a passare le frontiere da solo, dimostrando autonomia nel viaggio e coraggio. Ha mostrato con grande maestria sia ai musicisti sia agli psicologi che cosa significasse il percorso intrapreso, perché ha suonato parti soliste».
«Siamo stati anche in Germania – continua Sbattella – e uno dei nostri musicisti che da tanti anni suonava con noi si è prodigato nel dirigere un piccolo coro: ha voluto essere lui a dirigere imitando i gesti che vede fare a me».
«C’è poi Alice che ogni volta prima dello spettacolo dice: “No, io stasera non entro nella sala del teatro perché non ce la faccio, mi vergogno”, ma alla fine trionfante arriva al violoncello e non lo molla più».
L’intervista a Licia Sbattella.
Continua a leggere →